La Casa delle Donne a Napoli

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Napoli
La casa delle Donne a Napoli è un'Associazione laica, apartitica, antitotalitaria, antirazzista e antisessista, formata da singole, gruppi informali di donne e Associazioni, Cooperative, ONG, che condividono principi di solidarietà e rispetto della persona umana e la promozione, lo sviluppo di attività di formazione e orientamento a favore delle donne e della loro cultura. Per tutte le informazioni e adesioni scriveteci a: lacasadelledonne@gmail.com

lunedì 28 maggio 2012

SIT IN - FIACCOLATA MARTEDÌ 12 GIUGNO, ORE 18.00, PIAZZA MUNICIPIO



 LA CASA DELLE DONNE CHE NON CE

         Continua la battaglia delle donne affinché anche Napoli, come tante altre città, abbia una Casa delle Donne, un luogo autonomo e autogestito di incontro, confronto, ascolto e riflessione, ma anche un luogo per la costruzione e la realizzazione di iniziative e progetti culturali, artistici e imprenditoriali con le donne e per le donne.
         Come purtroppo è ormai noto, "La Casa delle Donne a Napoli", nonostante l'impegno assunto dal Sindaco in campagna elettorale e nella conferenza stampa dello scorso 6 marzo, e nonostante gli impegni presi pubblicamente dagli Assessori al Patrimonio e alle Pari Opportunità, non ha ancora una "casa".
Per il progetto de La Casa delle Donne a Napoli, l'Amministrazione Comunale aveva infatti disposto l'assegnazione temporanea di alcuni locali dell'ex asilo Filangieri, che nel frattempo però veniva occupato da "La Balena", che ne faceva l'Asilo della conoscenza e della creatività.
Ciò nonostante, il Sindaco e gli Assessori al Patrimonio ed alle Pari Opportunità, in data 20 Marzo, ribadivano pubblicamente che alcune stanze dellex asilo Filangeri sarebbero state a disposizione della Casa delle Donne.
La Casa delle Donne a Napoli, pur avendo provato la "coabitazione", nel giusto spirito dell'utilizzazione sociale degli spazi pubblici inutilizzati, di fatto si è trovata nelle condizioni di non poter in alcun modo operare, venendo a mancare le condizioni di autonomia e di autogestione e la disponibilità materiale dei locali.
La Casa delle Donne a Napoli si è da subito sottratta a qualsivoglia strumentalizzazione, non prestandosi a diventare uno strumento di lotta interna all'Amministrazione, nè contrapponendosi ad altre associazioni o movimenti, qualunque siano le forme e le modalità di utilizzazione  degli spazi pubblici ad usi sociali.

Ora però è il momento di lottare, è il momento che le donne facciano sentire con forza la propria voce, è il momento che le donne conquistino il loro spazio.
E se l'Amministrazione dei "beni comuni" considera irrilevante il titolo formale per le vertenze sui beni comuni, la nostra Associazione, per la utilità sociale che persegue,  rivendica l'uso di un bene immobile inutilizzato come "bene comune", e a tal fine porrà in essere tutte le azioni necessarie anche per rendere effettivi quei diritti costituzionalmente tutelati.
Per  queste ragioni La Casa delle Donne a  Napoli  organizza  un sit in-fiaccolata di protesta MARTEDÌ 12 GIUGNO, ORE 18.00, nei giardini di Piazza Municipio, vicino al roseto piantato dall'Amministrazione in occasione dell' 8 marzo.
Le socie, le associazioni e le donne tutte della città sono invitate a una grande mobilitazione per esprimere il dissenso e per decidere insieme le azioni da intraprendere per conquistare uno spazio  autonomo e autogestito in cui le donne possano realizzare il proprio progetto politico- culturale- sociale.
VENITE IN TANTE, VESTITE DI BIANCO (ANCHE SOLO UNA MAGLIETTA) CON UN ACCESSORIO ROSA/LILLA (SCIARPA, FAZZOLETTO, FIORE) E PORTATE, SE POTETE, UN TAPPETINO O UNO SGABELLO, PERCHÈ FAREMO LA NOSTRA ASSEMBLEA IN PIAZZA, NELLA CASA CHE NON C'È.
All'imbrunire illumineremo la nostra casa che non c'è accendendo tante tante candele. Se volete, portate un cartello su cui ciascuna scriva cosa vorrebbe trovare nella Casa delle Donne.
Per molte donne di Napoli La Casa delle Donne è:
luogo di incontro, confronto e riflessione; 
servizi di ascolto e consulenza;
tutele  delle donne e dei loro diritti;
spazio per mostre, esposizioni, performances;
occasione per iniziative, progetti delle donne, per le donne;
luogo di raccolta e costruzione di storia delle donne;
luogo di scambio e rete di competenze e saperi;
punto di accoglienza per donne immigrate;
sala ascolto musica, cinema, ristoro; centro lettura e yoga;
editoria femminile; luogo per seminari e incontri di formazione;
luogo per incontri di sensibilizzazione su tematiche femminili;
laboratori artigianali e artistici; orto e iniziative per il verde; banca del tempo.

Lottiamo tutte insieme per la nostra casa!

lunedì 19 marzo 2012

I saperi delle donne: quali luoghi?

La questione dei Beni Comuni non poteva non investire anche le politiche di genere: La Casa delle donne a Napoli resta, malgrado i pubblici proclami, un entusiasmante progetto culturale e sociale ma privo, ad oggi, di una sua collocazione fisica. Gli spazi, difatti, individuati e destinatici dal Comune di Napoli all'interno dell'ex Asilo Filangieri, da inaugurare il giorno 20 marzo, si sono rivelati non disponibili perchè sede di un fantasmatico Forum Universale delle Culture. Noi donne, femministe di breve e lungo corso, delegate di associazioni e semplici entusiaste di ogni età, estrazione sociale e appartenenza politica non intendiamo venire meno all'appuntamento con le nostre socie e la cittadinanza tutta e sostituiremo ai non luoghi di una festa inaugurale, un'assemblea pubblica che problematizzi e denunci l'ennesimo ostacolo alla realizzazione di un progetto che nasce da lontano e che vorrebbe trasformare il volto della terza città più popolosa d'Italia. 
Il Comitato Direttivo de La Casa delle Donne a Napoli




Malgrado il cambiamento di format, le artiste che avevano dato la loro adesione, interverranno ugualmente per sostenerci: Lucia Brancato, Enza Di Blasio, Rosaria De Cicco, Cristina Donadio con Gabriella Grossi, Antonella Stefanucci e Dolores Melodia.

lunedì 12 marzo 2012

"I luoghi e saperi delle donne" Prima iniziativa pubblica de "La Casa delle Donne a Napoli"- 20 marzo 2012, ore 16.00, ex Asilo Fliangieri, Napoli

Promozione dell'autodeterminazione delle donne, benessere psicofisico, sostegno al lavoro, aggregazione culturale, sociale e polita, nonchè crocevia di scambio tra nuovi e vecchi femminismi tra crescita e confronto: è questo, il quadro di sintesi dello straordinario progetto "La Casa delle donne a Napoli", che inaugurerà l'avvio delle sue attività con una grande iniziativa pubblica, dal titolo "I luoghi e saperi delle donne".

Performances artistiche, musicali, esposizioni pittoriche e fotografiche, artigianato femminile e letture di poesie, racconteranno attraverso la viva voce delle donne presenti, il bacino di progettualità femminile che, da sempre, ha fatto della terza città più popolosa d'Italia, una terra di vivaci avanguardie, di improvvise vittorie, di cambiamenti progressivi nel modo di fare politica di genere.

L'appuntamento è fissato per martedì 20 marzo dalle ore 16:00 alle ore 19:00 presso l'ex Asilo Filangieri, nel cuore del centro storico dove apriranno l'incontro, i saluti del Sindaco Luigi de Magistris e degli Assessori alle Pari Opportunità e al Patrimonio, Giuseppina Tommasielli e Bernardino Tuccillo.

Nessuna di noi può mancare alla realizzazione di questi primi passi che, a tre mesi dalla nascita dell'Associazione, saranno uno tra gli eventi più significativi del MARZODONNA2012 - LE DONNE... PER LA RINASCITA DI NAPOLI
Mobilitarsi e Partecipare, saranno le parole d'ordine per riempire di contenuti ed azioni concrete la Nostra Associazione!

mercoledì 7 marzo 2012

Comunicato


Il 16 febbraio 2012, presso la Sala Nugnes del Consiglio Comunale, si è riunita per la prima volta l’Assemblea delle socie dell’Associazione “La casa delle donne a Napoli”.



L'Assemblea è stata molto partecipata e ci sono state ancora nuove iscrizioni, sia di singole che di Associazioni. Si è discusso innanzitutto delle attività di ricerca delle sede da destinare all'Associazione e dei numerosi e propositivi incontri con l'Amministrazione comunale al fine di individuare un immobile idoneo per la realizzazione del progetto de "La casa delle donne a Napoli"È stato affrontato anche l'aspetto organizzativo necessario per il funzionamento dell'associazione, che, tuttavia, è ancora in una fase di sperimentazione, e che si cercherà di migliorare con l'apporto e i contributi di tutte.È stata proposta una prima iniziativa pubblica de La Casa della donna a Napoli , da svolgersi a marzo, entro il 20, anche al fine di partecipare al bando  “MARZODONNADUEMILADODICI - LE DONNE ...PER LA RINASCITA DI NAPOLI” dal titolo “I luoghi e i saperi delle donne”, diretta a presentare alla città l'associazione come luogo di ascolto, di accoglienza per le donne e di scambio di saperi.Sono intervenute tante socie che hanno contribuito al dibattito con proposte di auto finanziamento, di organizzazione di convegni, di iniziative volte a ricostruire anche la storia della casa delle donne, le origini e i saperi delle donne, di manifestazioni artistiche e culturali.

A breve verranno comunicati tutti i dettagli dell'evento di marzo che, per la sua riuscita, richiede una grande mobilitazione di tutte.


il video con il sindaco Luigi De Magistris che annuncia l'istituzione della Casa delle Donne di Napoli

mercoledì 8 febbraio 2012

Convocazione Assemblea socie e simpatizzanti

E' convocata per GIOVEDI' 16 FEBBRAIO dalle ore 17.00, 
l'Assemblea generale delle socie e delle simpatizzanti de "La Casa delle Donne a Napoli" 
presso la SALA NUGNES (sala Multimediale) in Via Verdi 35, IV piano.
L'Assemblea è aperta a tutti. 
Per eventuali proposte da parte delle socie, si prega di inviare i propri contributi a: lacasadelledonne@gmail.com
in maniera da agevolare l'ordine degli interventi e dare spazio a tutte.
Associazione La Casa delle Donne a Napoli

martedì 7 febbraio 2012

Lavoro femminile: occupazione e l’Europa


Il lavoro femminile e l’investimento che su di esso avrebbero dovuto fare i vari governi italiani negli ultimi 20 anni e più, sono la vera piaga del nostro Paese.
Tutto ciò sembra andare in controtendenza rispetto a quello che veramente ci chiede l’Europa, ovvero portare il livello dell'occupazione delle donne al 60%, livello previsto dal trattato di Lisbona (Europa 2020), il che tra l’altro porterebbe ad un aumento del PIL del 7% .
Se guardiamo i dati delle classifiche mondiali, l’Italia è al 74° posto su 134 nazioni per parità di diritti tra uomini e donne, al 49° posto per quanto riguarda il grado di istruzione raggiunto dalle donne (Banca d’Italia ottobre 2011).
Ma vediamo i dati dell’occupazione femminile: in Italia è occupato il 46% circa delle donne, contro il 68% degli uomini. Naturalmente il Mezzogiorno è il fanalino di coda del Paese: al Sud lavora solo il 33% delle donne, cioè 3 su 10.
In Europa qual è la situazione? Nel primo trimestre 2011 la media dell’Unione Europea dell’occupazione femminile è del 58,1%. Quindi l’ Italia è molto, ma molto indietro rispetto ai partner europei.
Accenniamo ora ad un altro aspetto che riguarda le pari opportunità: la differenza salariale.
Si è giunti alla legge sulla parità salariale da anni ma di fatto, le differenze retributive tra donne e uomini sono sotto gli occhi di tutti: a parità di anzianità lavorativa  c’è una differenza tra il 25 ed il 30 % delle retribuzioni effettive tra donne ed uomini. Ad esempio,  una donna di 46 anni con 20 anni di servizio ha uno stipendio inferiore a quello di un maschio di un quarto (25%) causato da vari motivi:
-       nel corso della sua vita lavorativa la donna spesso chiede il part-time per accudire i figli o comunque non dedica molto tempo extra cioè oltre il normale orario di lavoro e ciò le causa un ostacolo alla sua carriera per evidenti motivi.
-       Il ricorso a forme quali straordinari serali, notturni e festivi e forme varie di incentivazioni è uso  esclusivo degli uomini.
-       Inoltre non è da sottovalutare un problema culturale per cui nelle aziende sia private che pubbliche le promozioni e i passaggi di carriera vedono sempre i maschi davanti alle donne.
Guardiamo per di più ai vertici delle aziende (sia pubbliche che private):  le donne sono una pura ed accademica eccezione.Tutto ciò nonostante le donne conseguano risultati sia nella scuola che all’università oggettivamente superiori a quelli dei maschi  (fonte: Istat Annuario Statistico Italiano 2010/ studio Dipartimento Formazione e Ricerca della Cgil Nazionale febbraio 2012).
Il tutto è anche aggravato dalla  mancanza di servizi sociali (soprattutto al Sud) che  rende il carico di lavoro femminile ulteriormente pesante ed insostenibile.
Un aspetto particolare riguarda anche l’effetto dell’allungamento dell’età pensionabile: cominciano a mancare gli appoggi delle nonne e dei nonni (costituenti il sostituto naturale del welfare) che invece devono continuare a lavorare e non possono pensare più ai nipoti.
Un altro dato importante riguarda l’abbandono del lavoro da  parte delle donne (8,7%), in particolare delle giovani mamme (13,1%), delle donne meridionali (10,5%) e con titoli di studio bassi (10,4%). A differenza di tante altre pillole amare che le lavoratrici e i  lavoratori devono ingoiare in nome di “come ci chiede l’Europa”, in questo caso le richieste europee sono completamente disattese ed ignorate in Italia.
Risulta perciò molto importante l’attivazione di adeguate politiche formative e per lo sviluppo che guardino con attenzione al lavoro femminile.
Teresa Potenza per l'Associazione La Casa delle Donne a Napoli

lunedì 6 febbraio 2012

III Giornata Mondiale contro le mutilazioni genitali femminili







La barbara pratica della mutilazione genitale femminile riguarda 140 milioni di donne nel mondo. Una cifra aberrante che interessa soprattutto la zona tra il Corno d'Africa, Egitto, Sudan, Mali e che vede attraverso la totale o parziale asportazione e successiva cauterizzazione della clitoride, un’operazione “culturale” per noi difficilmente comprensibile. Essendo attuata con mezzi di fortuna o rituali (lame improvvisate, pezzi di vetro, cocci, lattine, pietre; unitamente ai metodi di sutura: fili di seta, spine di acacia, stecche di legno di palma a forma di V) essa porta gravi conseguenze sanitarie e psicologiche, gravissime infezioni e disfunzioni dell’apparato riproduttivo.
Le cifre del fenomeno.
In Europa la cifra riguarda oltre 500.000 donne, e le stime sono approssimate, essendo la pratica bandita e punita come in Italia, fino a 12 anni di reclusione. Ormai da anni, Amnesty International ha fatto notare che la Legge da sola, non basta e non tutela le bambine e le donne: durante le vacanze estive, infatti, le sventurate vengono rimpatriate nei paesi di origine e sottoposte alla pratica barbara dell'infibulazione e delle MGF.
Nelle culture in cui viene praticata, la mutilazione genitale femminile (MGF) è ritenuta un rito di passaggio, un’istituzione sociale che evita l’esclusione delle donne dal matrimonio: in Etiopia l'operazione avviene a soli 8 giorni dalla nascita, in Arabia a 10 settimane, in Somalia si viene clitoridectomizzate a 3-4 anni o infibulate a 8-10; tra i Masai, dopo il matrimonio. Dunque l’aspetto rituale varia da cultura a cultura.
Erodoto (484-424 a. C) scrive che la "recisione" veniva utilizzata da Fenici, Hittiti, Etiopi, Egiziani e Romani. Più vicini a noi, Pierre Dionis, medico personale di Luigi XIV, utilizza pinze e coltelli per eseguire clitoridectomia, mentre Isaac Ray, uno psichiatra inglese del XIX secolo, dichiara che gli organi riproduttivi delle donne in taluni casi vanno rimossi perché creano tendenza a comportamenti criminali. Per tutto il XIX secolo e fino alla seconda metà del XX, in Europa e Stati Uniti, si pratica diffusamente la cosiddetta clitoridectomia terapeutica per "patologie" quali masturbazione eccessiva, isteria, malinconia, ninfomania. Ma anche per affezioni respiratorie, epilessia, cecità, tumori o emorroidi. La prestigiosa rivista "Lancet" promuoveva senza remore la pratica e in Inghilterra, l'ultimo caso documentato di escissione del clitoride per correggere disturbi emozionali, risale agli anni '40.” (da La Repubblica del 2003) 
E’ comprensibile dunque che paesi in via di sviluppo restino ancorati a credenze che li legano però anche al nostro recente passato, come abbiamo visto; la nostra indignazione, il nostro orrore contro la pratica barbarica delle MGF deve tener conto anche di questo. Occorre dunque che il lavoro culturale sul fenomeno non abbassi mai la guardia, né in Italia, né altrove. E oggi, terza giornata mondiale contro le MGF, se ne parla davvero ancora troppo poco.
Rossana Di Poce per l'Associazione La Casa delle Donne a Napoli